mercoledì 13 maggio 2015

Antonio Mastrapasqua: gli stimoli di crescita adottati dal Governo cinese

Secondo gli ultimi dati rilasciati, il primo trimestre del 2015 ha fatto segnare i peggiori risultati per lo stato cinese degli ultimi sei anni. Il Governo ha deciso di apportare nuovi tagli al tasso di riserva obbligatoria delle banche di un punto percentuale, operazione che fa seguito a quella attuata lo scorso 4 Febbraio che aveva portato il medesimo tasso al 19,5% per le grandi banche e al 16% per quelle di dimensioni minori. La politica adottata nel corso del 2015 sembra quindi sempre più incentrata nel favorire la crescita di un Paese in cui l'economia risulta drasticamente frenata, perfettamente in linea con le volontà del Premier cinese Li Keqiang e con le politiche espansive della Banca Centrale Europea e della Banca del Giappone.

Secondo le previsioni della Banca Centrale di Pechino, con questa manovra gli istituti di credito dovrebbero essere in grado di stanziare prestiti per un valore pari a circa 194 miliardi di Dollari, portando maggiore liquidità in tutto il paese, favorendo conseguentemente anche il livello dei consumi e il mercato azionario. Secondo alcuni analisti però la manovra potrebbe non essere sufficiente, assicurando maggiore liquidità ma senza che questa abbia la possibilità di arrivare all'interno dell'economia: è infatti possibile che l'aumento dell'offerta non sia seguito da una domanda sufficiente di prestiti, fortemente frenati dalla situazione di sovraccapacità cha attualmente caratterizza il settore industriale. Rispetto al 2014 infatti nel mese di Marzo 2015 il livello delle esportazioni è diminuito del 14,6%, contro il +8% previsto, causando una perdita pari a circa 143 miliardi di Dollari. Nel corso del primo trimestre dell'anno la Cina ha fatto segnare il livello di crescita della produzione industriale più basso dal 2008 e una crescita totale del 7%, minimo livello registrato dall'inizio della grande crisi economica mondiale.